Una guerra tra poveri

Una guerra tra poveri

Lavoratori volontari

di Luigino Bruni

pubblicato su Città Nuova n. 20/2012 del 25/10/2012

Antichi_mestieriQualche giorno fa una mia amica e lettrice di Città Nuova mi esprimeva alcuni dubbi su un fenomeno che sembrerebbe tutto e solo positivo. Mi raccontava infatti delle varie iniziative spontanee in aumento in questi tempi di crisi di chi si offre a fare torte per compleanni o matrimoni, il parrucchiere per amici e amiche, come forma di (quasi) volontariato per tutte quelle persone che oggi fanno fatica a permettersi i prezzi di mercato per questi beni e servizi.

Il problema è che queste attività sono anche una forma di non voluta concorrenza sleale nei confronti di parrucchieri e pasticceri che in questi anni faticano a portare avanti correttamente le loro attività e a pagare i loro dipendenti.

Se infatti allarghiamo lo sguardo e passiamo da questi fenomeni, che potrebbero sembrare tutto sommato di poco conto, all’economia sociale e civile (che in Italia occupa circa il 10 per cento dei lavoratori), ci accorgiamo subito che il problema sollevato dalla mia amica tocca un punto delicato e importante del nostro sistema economico e civile.

Si sta infatti creando una strana guerra fra poveri, quella fra molte cooperative sociali che debbono stare sul mercato e alcune forme di volontariato le quali, potendo utilizzare lavoratori volontari (un volontariato dove spesso il rimborso spese è una forma di salario-ombra molto più basso di quello di mercato), partecipano a bandi pubblici e li vincono grazie ai prezzi stracciati che riescono a offrire. E questo è grave, perché oggi più che mai il vero volontariato deve essere sussidiario all’impresa civile e al lavoro regolarmente remunerato, e non un suo sostituto, altrimenti si verifi cherebbe il paradosso di volontari che, grazie all’attenzione che ricevono, fi niscono di fatto, ovviamente senza volerlo, ad aumentare la disoccupazione e la recessione nel nostro Paese.

La gratuità è l’energia vitale di tutta l’economia, non solo di quella sociale e civile, ma la gratuità vera è sempre alleata del lavoro vero, dei contratti, dei diritti. E, quando ciò non si verifi ca, si ammalano l’economia e anche il vero volontariato.

 


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